Come si dipinge un mandala

Ciao a tutti, sono Shanti, e in questo video vi mostro come si fanno le basi con acquerello per i Mandala.
Come potete vedere Marmagya, nel suo Mandala, sta facendo una base di azzurro ceruleo per il suo bellissimo Mandala.
Sta usando un pennellino piccolissimo (tre volte zero) e ha un contenitore con l’acquerello che è molto liquido. I tratti del pennello sono estremamente piccoli, e ciò permette di fare tridimensionalità in un modo molto preciso.

I tratti sono piccoli, il pennello è leggero, e vedete che il tutto comincia a fondersi e amalgamarsi. È un lavoro di pazienza ma anche un lavoro molto bello.
Ora vi faccio vedere il risultato finale nel Mandala: “Il Mare” di Marmagya.

Come si colora un mandala con ecoline

Salve a tutti, sono Shanti e vi presento Marina, che ha quasi finito il suo bellissimo Mandala.

Ciao Marina! Allora cos’è successo durante il processo di creazione di questo Mandala, e come si chiama?

-Ciao Shanti, il mio Mandala si chiama “Benedizione” e secondo me è nato proprio nel periodo del lockdown, un periodo di cose ferme, vedi anche il centro è circondato da questa cornice che lo racchiude e lo tiene in pace, in tranquillità.
Il centro ha dei bei colori e la parte esterna ha tutta la natura. Rappresenta appunto la natura che è fuori, che ha movimento con l’aria.
Tutto questo, secondo me, è proprio quello che ho imparato in questo periodo di chiusura forzata: la ricerca di cose diverse, più interiori.

-Infatti, ciò che sta facendo Marina ora, è aggiungere altri livelli, trovare una profondità, quindi approfondire la sua ricerca interiore ed esprimerla nella pittura del suo Mandala.

Come si dipingono le ombre nel mandala

Come si dipingono le ombre nel Mandala.
Salve, sono Shanti. Approfitto di Marmagya che sta facendo, con grande sofferenza, delle ombre sul suo Mandala, con un pennellino piccolissimo: i tratti minuti, dalla parte scura piano piano si va verso la luce, molto piano.
Le ombre si fanno appunto con tratti estremamente piccoli del pennello.

Quindi si parte dalla parte scura poi si alleggerisce il pennello, che deve essere praticamente quasi asciutto, e piano piano si tira colore verso la luce. La cosa più complicata della creazione delle ombre nel nostro Mandala in genere è proprio quella fase intermedia dall’ombra alla luce.

Cosa sono i mandala

In questa intervista andremo a parlare dei Mandala, in particolare della Pittura su i Mandala. Ne parleremo con la pittrice di Mandala Shanti Tozzi.

-Andiamo a vedere innanzitutto che cos’è un Mandala, il significato della parola Mandala, la cultura da cui proviene e anche un po’ la storia del Mandala.

– Come probabilmente saprete, il Mandala viene dalla cultura Tibetana, e quasi sicuramente tutti voi avrete visto i bellissimi Mandala tibetani che sono pieni di rappresentazioni religiose, legate e connesse al Buddhismo. Quelli sono i Mandala tradizionali. Io non faccio Mandala tradizionali, però la tecnica di cui parlerò più tardi viene proprio dal Tibet.

– Che significato ha Mandala, come parola, oggetto?

– Mandala in tibetano vuol dire “cogliere l’essenza” quindi cogliere il centro del tuo Essere. Già questo titolo ci dà il senso del lavoro del Mandala, che non è solamente un lavoro di tipo spirituale, ma è un lavoro di introspezione, di ricerca del sé.

-Ognuno ha il proprio Mandala?

-Si, ognuno fa il proprio Mandala, poiché il Mandala stesso ti rappresenta. Dato che dipingere un Mandala è una rappresentazione di te stesso, ciò significa anche una ricerca interiore.
Infatti, Jung usò tantissimo i Mandala. Ad un certo punto del suo lavoro, attraverso uno studio che fece sulla cultura orientale, scoprii i Mandala. Li fece lui stesso e fece fare ai suoi alunni dei piccoli Mandala, non tecnicamente bellissimi come sono i nostri, ma utili per leggere l’inconscio.
Il Mandala rivela, attraverso forme e colori, i processi che succedono nell’inconscio di cui vorremmo diventare consapevoli.

-Che tipo di Mandala costruisci, magari in base alle richieste del cliente?

-Io in genere ho degli alunni, più che dei clienti, e ognuno dipinge il proprio Mandala. Solitamente l’alunno viene allo studio, di base nei gruppi che si svolgono il sabato e la domenica, e attraverso la tecnica di costruzione del Mandala l’alunno impara a dipingere. La tecnica è la rotazione del movimento intorno al centro, e l’alunno impara naturalmente anche se non sa dipingere. Molte persone sono terrorizzate dalla pittura, ma all’inizio si impara a creare proprio Mandala in maniera tecnica.
La cosa bella è che il Mandala che si crea non è il Mandala che tu pensi di voler creare. Per esempio, l’alunno vuole disegnare un fior di loto al centro o un Buddha seduto, ma il Mandala viene fuori attraverso l’intreccio della ripetizione delle linee che si fanno col compasso o con la riga. Quindi, all’inizio è un lavoro estremamente tecnico.

-Si tratta quasi di disegno tecnico, usando riga e compasso?

-Si, all’inizio il lavoro è tecnico, per cui ti destruttura completamente, perché generalmente le persone sono abituate ad affrontare tutte le cose con la mente. Ma la pittura non ha niente a che fare con la mente. La pittura ha a che fare semmai con la visione, noi diciamo il “terzo occhio”, quindi ha a che fare con il vedere, come la musica col sentire, con l’udito. Quindi si tratta di placare questa mente che vuole intervenire e prendere il controllo.

-La parte razionale della mente che bisognerebbe lasciare da parte, quindi per permettere di sviluppare la parte creativa?

-Esatto, bisogna mettere da parte la mente razionale e lasciare che succeda quello che succede. All’inizio c’è un aspetto molto tecnico, e si lavora per arrivare a tirar fuori qualcosa da questo ordinato caos di linee circolari che si ripetono intorno al centro.
Guardando il “caos ordinato” da lontano poi, a un certo punto, potrai riconoscere delle forme che ti corrispondono, per esempio una farfalla, un fiore, la luna, qualsiasi forma tu riconosci.
Tu, che stai costruendo il Mandala, riconosci le forme. Io posso aiutare, con la mia esperienza, ma sei tu che vedi la forma che riconosci.

-Ti ringrazio veramente per essere rimasta ai nostri microfoni, aver aperto il mondo dei Mandala a tutti, per averci spiegato di cosa si tratta, che non è solo un disegno, non è solo una rappresentazione figurativa ma è anche un modo di trasmettere le nostre emozioni e il nostro essere.

I miei migliori auguri per buona continuazione di carriera, di esperienza di vita e quindi di Mandala.

Come si costruisce un mandala

Vi mostro come costruire un Mandala a 4.

Abbiamo bisogno di:

  • un foglio bianco di almeno 200 gr/mq2 di cotone (da ricavarne un quadrato)
  • un compasso
  • una riga
  • una gomma-matita
  • gomma
  • matita.

Sarà facilissimo costruire il vostro Mandala.
Troviamo il centro del nostro foglio, puntiamo il compasso al centro delle due linee e creiamo un cerchio, apriamo il compasso senza pensare e facciamo un altro cerchio.
Possono essere 3/4/5 cerchi, ma ora faremo una cosa semplice.

Dopodiché iniziamo la tecnica del Mandala della ripetizione del movimento intorno al centro. Il compasso va sempre messo nell’intersezione di due linee (un cerchio e una linea oppure due linee) e disegno. Giriamo il Mandala, ritroviamo lo stesso punto del primo, e ripeteremo lo stesso movimento per 4 volte in totale, con la stessa apertura del compasso.
Girare intorno al centro crea uno stato di centratura.

Cambiamo l’apertura del compasso semplicemente senza pensarci e troviamo un altro punto di riferimento sempre dato dall’intersezione di due linee. Non si mette mai il compasso in uno spazio vuoto. Possiamo fare sia cerchi che semicerchi, l’importante è ricordarsi il punto di intersezione.
Questo ricordarsi a che fare proprio con la meditazione, quindi il Mandala crea per prima cosa uno stato di presenza.

Apriamo o chiudiamo il compasso, come preferite, e cerchiamo un altro punto di intersezione, girando il Mandala sempre dalla stessa parte. Comincia a formarsi il nostro Mandala.

Prendo un altro punto di riferimento e faccio un altro cerchio. Oggi lavoriamo solo con i cerchi. Attenzione a non sbagliare il punto di intersezione perché se si sbaglia bisogna rifare tutto da capo. Quindi ricordatevi la presenza.
Più segni si fanno, più forme si creano. E saranno quelle forme che verranno individuate nella seconda parte, che ci porteranno poi a disegnare e a dipingere il nostro Mandala.

Non sono le forme che la mente vuole che noi facciamo, ma sono le forme che succedono grazie alla tecnica di base del Mandala.

La seconda fase della costruzione del Mandala a che fare con cancellatura, quindi dobbiamo trovare un senso a tutte queste forme. Quindi guardando il nostro Mandala ci lasciamo portare dall’intuizione e cominciamo a cancellare quattro volte nella stessa cosa.

Il Mandala è proprio uno strumento meraviglioso per chi vuole accostarsi alla pittura e non ha mai dipinto, proprio perché la tecnica libera dall’incubo del foglio vuoto.
In realtà, usando la tecnica, lasciamo che le cose si formino da sole senza alcun intervento da parte nostra, se non usare la tecnica.

Vediamo la forma della luna, quindi cancelliamo il suo interno, e ripeteremo la cancellatura altre 3 volte, per un totale di 4 lune.
La magia del Mandala è che non sappiamo, fino alla fine, che cosa verrà fuori, quindi è sempre una sorpresa. Questa modalità di disegnare e creare ci disconnette da quella parte mentale che vorrebbe costruire qualcosa.
Importante cancellare bene così che resti chiaro poi quello che abbiamo e quello che si manifesta. La gomma-matita è molto utile in questo caso.

Vediamo se possiamo tenere qualcos’altro oltre le lune.
Il Mandala viene dalla tradizione tibetana, è una tecnica di meditazione e di presenza e centratura.

Jung usò moltissimo la tecnica del Mandala perché si accorse che i segni che emergevano rappresentavano dei movimenti inconsci.
Le forme che emergono rappresentano qualcosa di profondo di noi in questo momento della vita. Come tutti saprete le lune hanno a che fare con il piano emozionale.
Normalmente per costruire un Mandala ci metto anche dei giorni, ma in questo caso sto facendo velocemente un Mandala di piccole dimensioni per esporvi chiaramente la tecnica.
Il Mandala è quasi pronto però ha una parte esterna che ha bisogno ancora di cure.
Ricordatevi sempre che stessa ripetizione va fatta 4 volte, sia nella creazione che nella cancellatura.

Il Mandala può essere a 2, 3, 4, 5, 6, 7 o a spirale, ma consiglio a tutti di fare all’inizio il Mandala a 4 perché è il più facile da poter gestire.
Il Mandala è pronto per essere dipinto o possiamo inserirci delle cose. Ogni forma può essere un contenitore, e chi sa già disegnare può inserirci dei fiori, un paesaggio, un viso, degli uccelli, una divinità o qualsiasi altra cosa. Mentre, chi inizia ora a dipingere e a disegnare, ogni contenitore può essere semplicemente dipinto usando la tempera e dandogli una tridimensionalità. All’inizio normalmente si lavora solo con il colore.

Ecco il nostro Mandala, dove l’energia fluisce, gira intorno al centro e dal centro si espande verso un esterno nelle lune e poi ritorna al centro con questo bellissimo movimento.

Come creare una base con le ecoline

Oggi vi mostro come si creano le basi per il Mandala pittorico.
Vedete, qui c’è un Mandala, con la sua ripetizione intorno al centro, ed è disegnato su una base colorata fatta con le ecoline.

Le ecoline sono acquarelli liquidi, e ora vi mostrerò come si usano per creare queste basi.
Prendete un foglio di cotone di almeno 300 gr/mq2, ne ricavate un quadrato, e lo mettete su un tavolo con sotto della plastica e carta assorbente.

Attenzione perché le ecoline macchiano molto.

Quando lavoriamo con le ecoline è importante lasciare che sia l’acqua a creare il disegno, quindi vi invito a non intervenire con la mente che vuole fare delle cose, che si aspetta delle cose, ma lasciare proprio che l’acqua crei il disegno.
A volte questo non è facile perché le persone tendono a voler creare qualcosa, a interferire con l’energia.
Nella mia esperienza, il lavoro con le ecoline è molto interessante perché è un lavoro pittorico,
e mostra dove siamo a livello energetico.

È un’alchimia che si crea attraverso la mistura dei colori, che mescolandosi tra loro danno risalto o creano delle forme particolari.
Prendiamo uno spruzzino con acqua, e bagniamo il nostro foglio quadrato in maniera omogenea, soprattutto i bordi.

Le ecoline tendono a macchiare molto, quindi attenzione alle mani e ai vestiti.
Asciughiamo un po’ la carta con un altro pezzo di carta assorbente, cosicché il foglio riprende vita.
Bagniamo ancora un po’ con lo spruzzino e vediamo cosa succede oggi.
Ho preventivamente aperto le ecoline e messo un contagocce in ogni flacone, in modo che siano pronti da usare. I contagocce li potete trovare in farmacia o cartoleria.

È bene sempre iniziare dai colori più chiari, quindi iniziamo per esempio dal giallo.
Preleviamo un po’ di colore col contagocce e lo riversiamo sul foglio, senza pensare.
Attenzione che il foglio deve essere sempre umido.

Versiamo il colore senza pensare a cosa stiamo facendo, fluendo solo con l’energia, semplicemente giochiamo con il colore, anche sovrapponendolo.
Diamo un’altra spruzzata di acqua, soprattutto alla parte esterna, ma attenzione che non sia troppa, altrimenti crea delle pozze che impedisce al colore di espandersi.
Mettiamo per esempio un po’ di rosso, il colore della vita, del primo chakra, e un po’ di verde, lasciando anche degli spazi bianchi.

Vedete che non tocco nulla con le mani, è l’acqua che formerà qualcosa.
Ora si comincia a vedere che i colori si sovrappongono e si mischiano l’uno con l’altro, e questa è proprio la magia di questo lavoro. I colori cominciano a scorrere, a muoversi, grazie all’acqua.
Lasciate che tutto succeda, che il colore faccia il suo lavoro, che continua a muoversi perché il colore è più pesante dell’acqua e a creare delle sfumature che sono bellissime. Come ad esempio questo turchese o questo viola, che io non ho messo.

Gli spazi bianchi danno luce al lavoro.
Con calma aspetto che l’acqua e il colore facciano il loro percorso, nel frattempo facciamo qualche intervento nelle zone dove non c’è tanta energia.

Successivamente prendiamo un barattolo vuoto e con un contagocce pulito assorbite l’eccesso di acqua, in modo che non si formino delle macchie. L’importante è che non si formano le macchie.
Sta venendo un lavoro bellissimo, un disegno di fuoco, vitale.
I colori che sceglierete nel fare questo lavoro sono importanti. Ovviamente i colori tendono a mischiarsi e a scomporsi, per esempio io non ho messo né viola né turchese, ma sono apparsi.

Se vi ricordate ci sono i colori primari, secondari e terziari, che appunto mescolandosi e scomponendosi creano delle varianti, delle nuances diverse. Quindi tenete conto anche di quali colori usate e che tipo di variazioni possono fare.
Dopo aver tolto l’eccesso di acqua dalle pozze, lasciate asciugare bene la base, magari ci vorrà un giorno.
Prossimamente vedremo come costruire un Mandala su questa base fatta con le ecoline.

Buon divertimento!

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